Poesia e traduzione

Poetry and Translation

 

 

 

Questo sito mette a disposizione di chiunque lo desideri i file in formato PDF delle mie raccolte e delle mie traduzioni edite e inedite. SCORRI ALLE DIVERSE SEZIONI!

 

This page gives anyone  the opportunity to download the PDF files of my published and unpublished poetry collections and translations. SCROLL DOWN TO THE DIFFERENT SECTIONS!

 

 

1

NUOVI INSERTI

NEW ENTRIES

 

  2

 LIBRI DI POESIA PUBBLICATI

PUBLISHED BOOKS OF POETRY 

 

3

 RACCOLTE INEDITE

UNPUBLISHED COLLECTIONS 

 

4

 TRADUZIONI

TRANSLATIONS

 

5

RACCOLTE EDITE  (IN RIVISTE E ANTOLOGIE)

PUBLISHED COLLECTIONS (WITHIN REVIEWS AND COLLECTIONS)

 

 

 

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NUOVI INSERTI / NEW ENTRIES

Intervista con Giovanni Fierro

La prima sensazione nella lettura di “Quando m’immersi” è quella di fare un passo dentro ad un qualcosa di sacro, di prezioso ed irripetibile…. Sembrano quasi dei canti…

 

La prima sensazione, come sai bene caro Giovanni, è ingannevole. Ma apre la strada al dubbio, alla ricerca, all’immersione. Irripetibile, certo, come una performance, come un happening in cui l’attimo presente è l’unica vera realtà. La scrittura e la lettura come forme d’arte e di meditazione dove il brusio ininterrotto della mente viene momentaneamente sospeso.

 

In questo tuo scrivere l’acqua e la poesia si trovano, ognuna con la propria trasparenza. È solo una mia sensazione?

 

Quello che conta traspare, si rende visibile in mezzo al caos costante delle cose superflue che ci attanagliano quotidianamente. Squarcia un cielo di nuvole come un raggio di sole. Fa brillare un fondo oscuro sulla superficie delle acque. L’acqua e la poesia due fragili limpide molecole attraverso cui osservare il mondo che trasforma.

 

La percezione è anche quella di vivere l’acqua come un contenitore di tempo, di tempi… può essere così?

 

Il tempo è un ciclo che si rinnova e si ripete, mai uguale a se stesso, mai banalmente rivolto in una sola direzione. Il tempo non è una linea, come ci insegnano a scuola. Acqua e tempo sembrano coincidere.

 

In questa tua raccolta ci sono tanti passaggi importanti. Tra questi penso che “Istinto e intuizione come principi d’appartenenza” sia uno dei più significativi. Lo puoi commentare?

 

Noi siamo fondamentalmente istinto e intuizione, ma vogliono farci credere altro. Quello che realmente siamo mina alla radice ogni rassicurante sistema razionale e organizzativo dello stato fondato, in parte, sul controllo e sulla repressione. Istinto e intuizione sono quanto ci rimane del nostro essere profondo. Tutto il resto viene a conformarsi alle esigenze di una società umana non ancora in grado di riconoscere la propria posizione tra le cose del mondo. Non è certo con le leggi della logica o dello sfruttamento che si può anche solo ambire a trovare delle risposte al mistero insoluto e insolubile della vita.

 

Tanto si ha la sensazione, immergendosi in queste tue poesie, di un senso di libertà e di apertura al mondo e a se stessi, e tanto si sente anche un sento di protezione. Quasi l’immergersi dia la sensazione di tornare nella pancia della propria madre. Se è così, come convivono queste differenti percezioni, differenti realtà?

 

Gli opposti convivono da sempre e sempre produrranno gli stimoli e l’energia propria al cambiamento e alla trasformazione. L’osservazione e l’analisi scientifica ci insegnano che in ultima sede la materia e l’energia sono la stessa identica cosa. L’una contiene ed è contenuta dall’altra. Il perché di questo fatto straordinario lo possiamo solo intuire, immaginare, sognare. Sono solo un essere umano, con tutti i suoi dubbi e le sue paure.

 

Mi sembra anche che questa raccolta sia un invito ad abbracciare il silenzio…

 

Il silenzio non riusciamo neppure ad immaginarcelo. Forse non esiste. Quando finalmente ci sarà, noi non ci saremo più...come esseri coscienti, perlomeno.

 

E di conseguenza è inevitabile non sottolineare quanto la solitudine sia importante in questo ‘immergersi’. Ma che solitudine è?

 

Una solitudine cosmica, totalmente interna alla molteplicità delle forme dell’esistenza.

 

Pratichi il ‘wild swimming’; cos’è? E perché?

 

Si tratta di andare all’acqua come ad un primo incontro d’amore: totalmente ignari e nudi d’esperienza, ma prodigiosamente guidati da una forza incontenibile e misteriosa. Tutto si fa da sé quando siamo liberi da scopi o intenzioni. Tutto avviene quando torniamo ad essere principianti che si lanciano nel vuoto inesauribile della scoperta.

 

 

 

La parola si fa essa stessa liquida, la narrazione movimento e corrente, la sostanza di cui si scrive e la forma che ne scrive trovano la loro identità nella trasparenza che unisce le cose e i viventi “nel continuum spazio-temporale / nel nostro stare in pura ondulazione”. L’abbandono ormai è compiuto, i concetti di spazio e tempo hanno perso i loro riferimenti per diventare parte di un flusso più grande, il rapporto con la natura e con il mondo si riduce all’atteggiamento più puro perché privo dell’idea stessa di possesso: appartenere. Noi apparteniamo, “in fondo si tratta di vivere una piccola vita” fra innumerevoli altre vite che si sfiorano e si compenetrano. Così come si compenetra la vera poesia: non a caso ritornano in mente, come una fratellanza lontana o una profezia che si realizza, i versi di Giuseppe Ungaretti, che proprio nel gesto di immergersi si riconobbe come “una docile fibra / dell’universo”. (Dalla postfazione di Francesco Tomada)

Quando m'immersi (estratto)

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QUANDO M'IMMERSI.pdf
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L’acqua che riassume in tutti i suoi modi e in tutte le sue innumerevoli forme la presenza e la vita che non si ferma e non smette ma che ciclicamente ritorna, contiene in sé la singolarità come la moltitudine, la semplice presenza come la complessità immensa. Annullamento degli opposti, fusione reciproca, complementarità, viaggio circolare, labirinto aperto, materia-energia, spazio-tempo, passaggio.

 

Celebro l’acqua come miglior viaggiatrice assieme al fotone di luce — onda e atomo, instancabile e inafferrabile, presente e concreta. Celebro il corpo impastato di materia ed energia, dappertutto sempre presente. Quando m’immersi nuotai a lungo e fui stanco all’improvviso. Il corpo imparò a galleggiare seguendo il flusso. La mente s’aprì in un respiro.

 

L’acqua che è musica e ritmo degli universi (sono tanti!) non ha inizio né fine, invalida ogni idea di creazione, non ammette la presenza di un dio creatore, rappresenta il corso fluido delle cose, il mistero che ci ossessiona e ci spinge a cercare inutilmente. Inafferrabile, sfuggente, multiforme, adattabile, inspiegabile, inarrestabile, incomprensibile eppure estremamente semplice, disponibile, vitale per bellezza, incanto e risorsa.

 

 


Introduzione (estratto)

di Renato Sclaunich, artista, poeta, editore.


All’inizio dell’anno è venuto a trovarmi per un paio di giorni Roberto e la sua famiglia.

 

Fra le tante cose che ci siamo detti, discorsi sulla poesia, sull’arte contemporanea e sulla musica è nata dentro di me l’idea di proporgli di lavorare su di un testo/intervista sul movimento Punk, in quanto anche lui ne è stato membro e di cui spesso me ne ha parlato.

 

Ho così chiesto a Roberto di rispondere ad una serie di domande che avevo preparato ad hoc e che troverete nelle pagine seguenti.

 

Mi sembra interessante poter leggere dall’interno come si è sviluppata l’architettura della protesta alla fine degli anni settanta - primi ottanta.

 

Per me, un po’ più giovane, oltre che ad una collaborazione con un amico, è l’occasione di conoscere un pezzo di storia che non ho vissuto direttamente, nel senso che in quegli anni io facevo altro, ascoltavo altro: i cantautori italiani, il progressive e un po’ di jazz.

 

I punk, però mi avevano sempre incuriosito, non tanto per la musica, quanto per alcune idee che anch’io condivido.

 

Mi attirava e mi attira tutt’ora il concetto di anarchia, purtroppo ancora spesso frainteso e banalizzato.

 

 

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DIVAGAZIONI DI UN PUNK
INTERVISTA A CURA DI RENATO SCLAUNICH
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FOTO E IMMAGINI DI UN MONDO CHE SI NASCONDE TRA REALE E IMMAGINARIO. LUCI, OMBRE, FORME CHE PRENDONO VITA DOVE PREVALE L'ELEMENTO LIQUIDO E LO SPECCHIO ATTRAVERSATO E VISSUTO AL SUO INTERNO. AMBIENTE, GEOLOGIA, MINERALOGIA, BOTANICA, ETOLOGIA A SFIDARE LE SUPPOSTE CONQUISTE DELLA MENTE UMANA ANCORA CONVINTA DI ESSERE AL DI SOPRA O SEPARATA DAL COSMO DI CUI FA PARTE. UN INTRICO DI POSSIBILI MONDI DIVERSI DA QUELLO DA NOI GOFFAMENTE COSTRUITO ATTENDE DIETRO AD OGNI SVOLTA, DENTRO AD OGNI OMBRA O PENOMBRA, NELL'ARIA, NEL VENTO, NEGLI OCCHI DI GRANDI E MINUSCOLI ANIMALI O NEI SEGNI E NELLE STRIATURE DI CIELI, ROCCE, TRONCHI SEDIMENTI E FOGLIE. LA NUDA TERRA NON SI CONTRAPPONE AL VUOTO CIELO MA NE INTEGRA LE PARTI E LE SFUMATURE IN UN GIOCO ORGANICO E REPENTINO DEGLI ELEMENTI, APPARENTEMENTE SEPARATI, UNITI IN UNA LOGICA PROFONDA, NELL' ESIGENZA BRUTALE DELL'ESISTERE.
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TRANS/TRANCE

 

TRANSPARENCE

 

 


 

 

The meaning is transparent in the same way that the color and texture are transparent, with light which does not seem to fall upon surfaces from above but to be right inside the structure and color. Which is of course where it is, for light is an inseparable trinity of sun, object, and eye, and the chemistry of the leaf is its color, its light.

 

Alan W. Watts

 

 Il significato è trasparente allo stesso modo del colore e della trama, con la luce che sembra non cadere dall’alto sulle superfici ma che risiede dentro alla struttura e al colore. Che è senza dubbio dove esso si trova, dato che la luce è un’inseparabile trinità composta di sole, oggetto e occhio, e che la chimica di una foglia è il suo colore, la sua luce.

 

20

 

mezzaluna trasparente o messapico

faccione di pietra? verso quale

direzione muove la corrente?

  

maestrale che impazza tra palme e

cactus, tra oleandri e ficus

traccia cifre a rovescio il movimento

 

la scrittura langue o non è più

soddisfacente, cerca equilibrio tra le

forme, i ritmi e le cadenze

 

17

 

vogliono tornare in superficie

vogliono svestirsi degli abiti logori

sedotti da un procedere implacabile

 

vogliono rinascere nudi e senza

ulteriori aspettative

 

al silenzio del mondo si contrappone il

clamore delle mille e mille

metamorfosi

 

11

 

tra riflesso e trasparenza una foglia in

libera caduta

 un raggio che frantuma in superficie

 

 nel certo movimento del fotone

 s’innalza e ridiscende in equilibrio

 tra le diverse forme

 

 ogni essere si presenta in se stesso

 tra brecce, spiragli e aperture

 

 

 

 

 


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ABBANDONO DEL DEMONE
TUTTA LA MIA RABBIA E TUTTA LA MIA DELUSIONE NEI CONFRONTI DEL PICCOLO MONDO DELLA POESIA ITALIANA CONCENTRATI IN ALCUNI SCRITTI CHE VANNO DAL DISCORSIVO, AL MEDITATIVO, AL SIMIL-POETICO. CONFESSIONE E AMMISSIONE SI SOVRAPPONGONO E SI MESCOLANO A MEMORIA E DESIDERIO IN UN ALTALENANTE FLUSSO DI IMMAGINI, SENSAZIONI E PERCEZIONI. PER QUALE MOTIVO L'INCANTO SI SVUOTA E LA SCRITTURA SI FA OSTILE AD OGNI RAGGIUNGIMENTO? QUI ALCUNE POSSIBILI RISPOSTE A DOMANDE MALPOSTE IN UN A FASE DI FURENTE INDISPOSIZIONE, DI FICCANTE CONFUSIONE E DISTACCO.
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Tutto è presente

 

 

Qui e adesso. La musica del cosmo. Il tremolio delle stelle nella notte calda. Lo scalpiccio nervoso dei passanti sotto casa. L'abbandono del demone ancora in corso. Il bisogno e l’esigenza, l'attaccamento che non vuole passare. Forse tutto questo si stringe, si appartiene al di là di ogni contrasto. Tutto questo è sia dentro che fuori, sia alto che basso. Tutto questo è presente qui e adesso. Dove io e mondo sono annullati non esiste contrasto, opposizione poiché tutto è presente sempre. Perché il presente è tutto nella mia, nella tua, nella loro mente. Perché la mente non è dentro e neppure fuori, la mente è il presente e il presente è tutto sempre. Allora torniamo al cosmo, ai colori che dalle colline inseguono il monte più alto. Al telefono che squilla. Alla nuvola che si abbassa a coprire l'orizzonte. Al ruggito del martello pneumatico contro l'asfalto. Tutto è presente.

 

 

Appartenenza

 

 

La mia religione si chiama appartenenza. Appartenenza all’universo e alla sua rete di interrelazioni. L’affinità con le piante. La vicinanza agli animali e alla loro sofferenza così simile alla nostra di esseri umani. Ma la distinzione è fittizia, è solo nella nostra testa, nel nostro orgoglio, nella nostra supponenza. Si tratta di risvegliare il nostro essere al mondo, il nostro essere del mondo. Di rintuzzare le nostre pretese di dominio, l’infondatezza della nostra presunta superiorità e del nostro cinico insensato distacco. Sì, noi siamo parte di un tutto di cui da sempre ci nutriamo e a cui da sempre offriamo le nostre cellule, la nostra esistenza. Una totale interdipendenza che sorregge e rigenera la vita dell’universo, senza divisioni tra i regni – umano, vegetale, animale, spirituale. Senza un principio, senza una fine. Al di là dello spazio e del tempo. Questa è l’unica religione che unisce e sorregge il mondo. Piante e animali nascono sapendolo, noi umani possiamo solo cercare sperando in un risveglio dello spirito che ci porti a casa, nel tutto indistinto dell’universo.

 

 


 ENGLISH AND ITALIAN!

ZEN GARDEN

 HAIKU PER UN GIORNO

 HAIKUS FOR TODAY

ENGLISH AND ITALIAN!

 

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Nel frattempo, grazie all'amico, poeta-artista-musicista-editore in proprio Renato Sclaunich, ZEN GARDEN è diventato un libro! Anzi un libro d'arte in formato A4 in modo da poter mantenere la sua originalità di fondo, fatta di poesia, immagine e della combinazione delle due. Spazi ampi che donano leggibilità e leggerezza al testo. ENGLISH AND ITALIAN
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Anni di letture e di studi sul Buddismo (in particolare Zen) mi hanno stimolato e spinto alla composizione di questi Haiku. Poi, la raccolta si è ampliata fino a prendere la forma attuale costituita da 20 sezioni speculari, in italiano e in inglese, complessivamente di 360 Haiku, corredati da 80 riflessioni tra prosa e poesia (sempre nelle due lingue) e da 20 immagini fotografiche (una per sezione).

 

I have been stimulated and pushed towards the composition of these Haikus by years of reading and studying on Buddhism, in particular Zen. Afterwards, the collection has grown wider, till its actual form made of 20 mirroring sections, in Italian and English. There are 360 Haikus on the whole, accompanied by 80 prose-poetry considerations and 20 photographs at the end of each section.

 

Innumerevoli sono state le guide coinvolte nel mio percorso creativo—maestri vicini e lontani nel tempo. Ne vorrei nominare alcuni, alla rinfusa, così per ricordarli o solo per invogliarvi alla loro lettura: Dogen Zenji, Alan Watts, Bashō, Chögyam Trungpa, D.T. Suzuki, Jack Kerouac, Gary Snyder, Suzuki Roshi, Mingyur Rinpoche, Bodhidharma, Tich Nhat Hanh, John Daido Loori...e molti altri ancora.

 

I have involved an uncountable number of guides into my own creative route—far away and nearby masters of all ages. I’d like to name a few of them randomly, both to recall them and to stimulate your interest or curiosity: Dogen Zenji, Alan Watts, Bashō, Chögyam Trungpa, D.T. Suzuki, Jack Kerouac, Gary Snyder, Suzuki Roshi, Mingyur Rinpoche, Bodhidharma, Tich Nhat Hanh, John Daido Loori...and many more.

 

 

SEZIONE  QUINDICI

 


 

SECTION  FIFTEEN

 

 

 

Non è più tempo di scriverne, di parlarne?Tutto sembra tacere adesso. Il mondo tace sospeso in attesa del giusto silenzio. In una attesa senza altro intento. Nell’attesa senza uno scopo. Ma dov’è il sogno? Dov’è l’immagine? Cos’è adesso la poesia?

 

 Is time over now to write and talk about it? All seems to be quiet now. The world is still, suspended, waiting for a proper silence. Aimlessly waiting. A wait with no purpose. Where’s the dream though? Where’s the picture? What is poetry now?

 

 

 

Forza racchiusa

 

nelle Dita inesperte——

 

un Bimbo gioca

 

 

there is Power inside

 

inexperienced Fingers——

 

a Child is playing

 

 

diventa Penna

 

poi dimentica Tutto——

 

scrivi soltanto

 

 

you have to become Pen

 

and then forget All——

 

try to just Write

 

 

coriaceo Sole——

 

una Foglia di Ficus

 

atterra con fragore

 

 leathery Sun——

 

a Ficus leaf

 

has loudly landed

 

   

all’improvviso

 

precipita una Foglia——

 

Tutto trasforma

 

 

suddenly a Leaf

 

comes plummeting down——

 

Everything  is transforming

 

 

 Raggio di Sole——

 

la coriacea Foglia

 

si stacca con fragore

 

  here is a Sunbeam——

 

the leathery Leaf

 

breaks away with a rumble

 

 

 abbandono del Ramo——

 

senza timore

 

una Foglia di Ficus

 

 

 

leaving the Bough——

 

without any Fear

 

a Ficus Leaf

 

 

 All’improvviso——

 

Inaspettatamente——

 

Tutto si colora di Verde!

 

 Suddenly——

 

Unexpectedly——

 

Everything is turning Green!

 

 

 Foglia riemerge

 

dal buio delle Acque——

 

scivolare Via

 

 

 a Leaf’s coming up

 

from the dark Waters again——

 

I’m slipping away

 

 

il Buio cala in fretta

 

nella Vallata——

 

un Tuffo ancora!

 

 

Darkness falls quickly

 

upon the Valley——

 

just another Dive!

 

 

 

 

It’s time to uncoil our thoughts, to unravel the tangle. It’s time to gather and reconnect with the flux. Here I am at the Castle where an owl’s moan seems to come out of the leaves.. Time to hide among the higher branches waiting for a proper silence.

 

 Il tempo di srotolare i pensieri, di sbrogliare il garbuglio. Il tempo per riprendere e riallacciare correnti. Qui al Castello dove il lamento della civetta pare uscire dalle foglie. Nascondersi tra i rami più alti in attesa di un giusto silenzio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


PRIMA IL MONDO

 

Questa non è una raccolta di poesia, piuttosto una serie di sfoghi e riflessioni sul mondo contemporaneo (e i suoi orrori) che talvolta prende un'andamento ritmico o apre a qualche immagine 'poetica'. Lo stile è giornalistico e spesso distaccato, non manca però anche qualche rabbiosa caduta patetica e/o sentimentale prodotto di un'empatia non sempre facile da controllare o reprimere. Prevale, spero, un'autenticità di fondo che mi ha accompagnato in questo strano, doloroso viaggio. Buona lettura!

 

Ricordatevi di lasciare un commento o uno spunto critico sul blog del sito o personalmente attraverso i miei contatti.

 

 

28

 

Ascolta uomo bianco
le tue armi sono la causa di tutto
le tue guerre non risolvono nulla
la tua religione si chiama ipocrisia
le tue costituzioni sono carta straccia
le tue promesse solo aliti di vento
il tuo EGO è il primo terrorista del mondo

 

Ascolta uomo bianco
sei nato nero
sei nato africano
ma ti credi diverso

 

Ascolta uomo bianco
eri scimmia pelosa
eri anfibio con le squame
eri protozoo, organismo unicellulare
ma ti credi diverso

 

Sai omuncolo bianco
la tua arroganza ti è nociva
sei nocivo al tutto di cui sei parte
ma non te ne accorgi, o fingi
ma ti credi diverso
vuoi essere altro, vuoi essere dio
la tua peggiore invenzione

 

 37

 

EUROPE

 what are you waiting to open your borders to the wretches wallowing in mud, trying hard to feed and warm themselves?

 

 

EUROPE

 stop chattering about rights, duties and responsibility if you aren’t able to save who is drowning in a sea which made your history!

 

EUROPE

 can’t you see that child drowning or dying of hardship and illnesses beyond the walls of barbed wire you built up in a rush?

 

EUROPE

 you are scared to death of a ragged invasion made-up by the mighty, manipulated by your media!

 

EUROPE

 do you know your history? you have created more refugees and wars, more poverty and death than anyone else in the world!

 

EUROPE

 it’s time to give back ill-gotten gains!

 it’s time to become friendly!

 it’s time to give up your crazy claims, your false respectability, your hunger for control and power!

 

EUROPE

you are made of flesh and bones, cells and decaying matter

you are bound to vanish like anything else, to go back where you came from

 

EUROPE

make up your mind and recognise your deep nature, your substance, your origin, your nothingness

 

EUROPE

your emptiness isn’t creative, it isn’t inexhaustible contents of energy continually displayed by nature

 

EUROPE

your emptiness is made of void, of EGO supremacy, of finance dominion, of your blind, predatory advantages

 

EUROPE

dear Europe, I can glimpse another Europe living inside you, but different, ready for respect and sharing

 

EUROPE

stop contemplating your navel!

 

EUROPE

open your mind, widen your horizons!

 

EUROPE

 your onanism is obscene!

 

EUROPE

 it’s time for a change!

 

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 28

 

Listen, white man

your weapons are the roots of all

your wars can solve nothing at all

your religion is called hypocrisy

your constitutions are waste paper

your promises are gusts of wind

your EGO is the first terrorist in the world

 

Listen, white man

you were born black

you were born African

but you think you are different

 

Listen, white man

you were a hairy ape

you wore amphibious scales

you were a protozoan, a phytoplankton

but you think you are different

 

Think, white homunculus

your arrogance is harmful

you are harmful to what you are part of

and you aren’t aware, or pretend not to be

but you think you are different

you want to be different, you want to be god

your worst invention

 

 

 37

 

EUROPA
cosa aspetti ad aprire le tue frontiere ai disperati che sguazzano nel fango e si arrabattano per nutrirsi e scaldarsi?

 

EUROPA
smettila di cianciare di diritti, doveri e responsabilità se non sei in grado di salvare chi annega nel mare che ha fatto la tua storia!

 

EUROPA
non vedi il bambino che annega o muore di stenti e malattie al di là dei tuoi muri di filo spinato fatti su in tutta fretta?

 

EUROPA
sei in preda alla paura per un’invasione stracciona inventata dai potenti e manovrata dai tuoi media!

 

EUROPA
hai presente la tua storia? hai creato più profughi e guerre, più miseria e morte di qualunque altro nel mondo!

 

EUROPA
è giunta l’ora di restituire il maltolto!
è giunta l’ora di diventare ospitale!
è giunto il tempo di rinunciare alle tue folli pretese, al tuo falso perbenismo, alla tua sete di dominio e di potere!

 

EUROPA
sei fatta soltanto di carne e ossa, di cellule e sostanza corruttibile
sei destinata a sparire come tutto il resto, a tornare da dove sei venuta

 

EUROPA
deciditi infine a riconoscere la tua natura profonda, la tua sostanza, la tua origine, il tuo nulla

 

EUROPA
il tuo vuoto non è creativo, non è l’inesauribile contenuto di energia che la natura ci indica di continuo

 

EUROPA
il tuo vuoto è fatto di mancanza, di primato dell’EGO, di primato della finanza, di interesse cieco e rapace

 

EUROPA
cara Europa, intravvedo un’altra Europa che in te convive, ma diversa e disposta al rispetto, alla condivisione

 

EUROPA
smettila di contemplarti l’ombelico!

 

EUROPA
apri la tua mente, allarga i tuoi orizzonti!

 

EUROPA
il tuo onanismo è osceno!

 

EUROPA
è tempo di cambiare!

 

 


2


Libri di poesia pubblicati

Published books of poetry

 

 


 

 ENGLISH AND ITALIAN!

 

Per cominciare, ecco il file del mio ultimo libro bilingue edito nel 2015 per Dot.com Press, dal titolo DEORA DÉ - Fiori d'Irlanda/Flowers of Ireland e del mio penultimo, edito nel 2012 per Attilio Fraccaro Editore, dal titolo DELL'IMMERGERSI E NUOTARE - Wild Swimming

 

For a start, you can find here my last bilingual poetry book published by Dot.Com Press in 2015: DEORA DÉ - Fiori d'Irlanda/Flowers of Ireland. Then, my next-to-last one (only in Italian, for the time being): DELL'IMMERGERSI E NUOTARE - Wild Swimming, Attilio Fraccaro Editore, 2012.

 

 ENGLISH AND ITALIAN!

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Heinrich Boell Cottage
Heinrich Boell Cottage
Mount Slievemore and Silver Strand
Mount Slievemore and Silver Strand

deora dé*

sweetened by time in his cosmic metaphysical inspiration
Mike Oldfield’s tubolar bells are chiming on the radio


a furious wind walked the whole island around
swept the peatland uprooting fuchsia bushes
we ask how to give up the ubiquitous flower
its bruising blush in each single drop
while a roar rumbled down the chimney
every one was looking for shelter in the storm
obliged into a tiny element of survival
standing up to the raging fury
the isle became a light boat called earth
stretching out its sea-eagle wings
fanning at crazy speed between ocean and clouds——
here where everything is showed up
truth fades away with the rivulets in the turf
we ask where each nightingale is in the evening
where each robin lingers in the morning
maybe among the furze thicket or the wild lily
or within the hanging jewel of a god’s tear
so the wandering sheep of dugort pray
putting a grimace on their fiendish mask
or maybe they dream all crowd together
waiting to land among the clouds
onto white foam in the enormous ocean


*Gaelic word for fuchsia flower, made up of deora: drops or tears + dé: of god


deora dé*

alla radio risuonano le campane tubolari del redivivo Mike Oldfield

addolcito dal tempo nel suo afflato cosmico ultraterreno

 

il vento furioso portò a spasso l’intera isola
spazzò la torbiera sradicando cespugli di fucsia
ci si chiede come rinunciare all’ubiquo fiore
al livido rossore in ogni sua goccia
mentre calava un fragore dal camino
tutti cercarono un rifugio nella tempesta
costretti in esiguo elemento di sopravivenza
tenendo testa alla furia che scatena
l’isola fu un battello leggero chiamato terra
dispose le sue ali d’aquila marina
sventagliando tra oceano e nubi a velocità folle——
qui dove tutto è accentuato il vero si dilegua
con l’acqua nei rigagnoli della torbiera
ci si chiede dove siano gli usignoli della sera
dove indugino i pettirossi nel mattino
se tra siepi di ginestra o gigli di palude
o nel pendente gioiello della lacrima di dio
così pregano le pecore erranti di dugort
con una smorfia sulla maschera infernale
o forse sognano ammassate tutte insieme
in attesa di atterrare tra le nubi
sulle spume bianche dell’enorme oceano


*Nome in gaelico per il fiore di fucsia, composto da deora: gocce o lacrime + dé: di dio

 



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cosa ne sanno più gli italiani dell’immergersi e nuotare nei fiumi e nei
torrenti—del gusto della sospensione e del galleggio——un sedile di pietra
dove starsene a scrutare la volta dei rami e delle foglie—là dove balugina
una luce riflessa tra penombre e spiragli di cielo

 

quando il gelo dell’acqua scivola sulla pelle—la luce del sole crea ragnatele
mobili sul corpo——solo l’ondeggio e lo sciacquio ad accompagnare il
movimento——cosa passa in testa è un flusso—si libera un passaggio
rimuovendo ogni incrostazione

 

il silenzio è una presenza viva dove l’acqua scroscia—l’occhio scorge
un’ombra di vita raccoltasi senza timore——ricolloca lo sguardo a filo
d’acqua con la mente a vagare——la ricerca e la scoperta dei luoghi vale
molto più di un trovare senza sforzo

 

pulito curato bene organizzato——niente di più lontano dal rinvenire una
buca d’acqua fredda dove calarsi dopo valli e boschi in sfilata—quando
sgorga e scivola libera tra le pietre—quando tutto balla in un cono di
luce——abdica ogni miseria nel cristallo delle acque

 


 

Qui la versione integrale di Senza il peso di un pensiero, (Premio Anna Osti 2013) un libro di viaggi, visione e traduzioni pubblicato nel 2011. La raccolta è diponibile anche nella versione cartacea acquistabile sul sito dell'editore: www.ladolfieditore.it

All'interno anche una sezione bilingue (italiano-inglese) dal titolo Alfabeto naturale realizzata con il contributo del poeta irlandese John F. Deane. L'ultima sezione dal titolo Achill Poems contiene sei poesie scritte in inglese, riviste con l'aiuto di Paul Durcan.

 

Here you have a book of travels, vision and translations published in 2011, called Senza il peso di un pensiero. Its printed edition is also available on the publisher's site: www.ladolfieditore.it

Inside you can find a bilingual section called Alfabeto naturale/Natural alphabet translated with the help of the Irish poet John F. Deane. The last section, Achill Poems, contains six poems in English revisited by Paul Durcan.

 


sketch from Achill Island notebook
sketch from Achill Island notebook
Dugort Hill from Heinrich Boell Cottage
Dugort Hill from Heinrich Boell Cottage
John F Deane
John F Deane
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SENZA IL PESO DI UN PENSIERO
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Dugort Hill

 

you have to make your own way up

that’s what the young girl said

when i asked her for a trail

to the top of dugort hill

 

i lost myself in a sloping peatland

where brown rivulets were running down

i found myself proceeding in a zig-zag

trying not to fall into puddles of soaked sod

 

water was here water was there water was everywhere

water disguised in thousand holes

water under each turf of grass

water from the sky and water from the earth

 

soil and water merging their abundance

oozing to build a brand new slice of turf —

the irish family’s sacred right to burn

its own distinctive piece of earth — said paul later

 

are you ready to produce your own energy

and flame from the water and the land?

it demands a thousand years’ vital spirit of survival

 

you have to make your own way up the hill

that’s what the young girl said to me

since there is no track nor path or trail

 

 19 Aug. 2009

 

La collina di Dugort

 

devi aprirti la strada da solo – | questo disse la ragazza | quando le chiesi dove fosse il sentiero | per risalire la collina di dugort || mi ero perso sul pendio della torbiera | dove scorrono rigagnoli d’acqua marrone | mi ritrovai a procedere zigzagando | per non sprofondare nelle zolle impregnate || acqua qui acqua là l’acqua era ovunque | acqua nascosta in mille buche | acqua sotto l’erba torbosa | acqua dal cielo come dalla terra || suolo e acqua uniti nell’abbondanza | colano insieme per formare una nuova fetta di torba – | il sacro diritto di ogni famiglia irlandese a bruciare il proprio ritaglio di terra – mi disse paul dopo || sei pronto a produrre la tua energia | e fiamma dall’acqua e dalla terra? | richiede mille anni di vitale spirito di sopravivenza || devi aprirti la strada da solo su per la collina – | ecco cosa mi disse la ragazza | poiché non esiste né pista né via né sentiero

 



 

Due testi tratti da un libro dal titolo emblematico pubblicato nel 2009 per la casa editrice L'arcolaio di Forlì: IO CANE

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*

sotto lo schermo spesso delle nubi intuire

un sole pallido alla deriva

 

una luce smorta che rimpalla le sue idee

sull’oleosa superficie dello stagno

 

dove scie irregolari di anatre schivano

bolle in risalita dal fondo melmoso

 

come un gioco pervaso da una strana sensazione

d’abbandono

al mutarsi d’abito

del mondo naturale semi-addomesticato —

 

poi un acquattarsi inerte contro il terreno

fino ad estinguersi

nelle percezioni intrecciate di silenzio e quiete

 

l’io-cane


*

come muta il cielo di continuo

mentre pensiamo ad altro

esposti al suo influsso

e non ci sembra importare…

 

non ce ne accorgiamo ma stiamo mutando insieme

in un riflesso d’onda contro onda —

 

se poi si sfibrano le nubi come ovatta

o se s’ammucchiano in enorme spumiglia

ecco la luce che incalza le forme

trascendendole con ferma passione…

 

vi è un ritmo anteriore al cirro che s’espande

tra onde di magma e affetto

o nel successivo incanto del cumulonembo

che pervade ancora il cosmo —

 

della tecnologia come di noi se ne fotte

e così sia

 



 

Questo libro del 2006 segna un momento di svolta in direzione del mio rapporto con l'ambiente. L'introduzione di Sandro Montalto ne delinea sapientemente le caratteristiche, sia poetiche che umane.

 

La ricerca costante di una corretta relazione con la natura, di una giusta posizione dell'io nel mondo orientano questi testi, sempre in bilico tra poesia e prosa, tra descrizione ed effusione.

 

 

paradosso dello scriba

 

nel richiamo dell’haiku l’ego
è soffocato — rintuzzato dalla pace
del luogo

 

non sa cosa sta scrivendo — non sa
il motivo
s’accorge del niente slabbrato

 

di esistenza e conoscenza

 

s’eclissa dinnanzi all’enigma immenso
dell’universo — non smette di godere
il suo abbandono

 

minuscole vite d’erba — fili di vento
insetti gli camminano addosso
risalgono
ampie carnose montagne

 

fluttuano taccuini senza storia

 

 

iato sprezzante

 

tronchi lisci e giovani ventri
d’alabastro
sollevati ai tetti di rami e foglie

 

monumenti naturali — testimoni
sospesi
tra empatia e distacco

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albero dell’andata

 

 

 è un ritorno

 a luoghi conosciuti

 più o meno immaginati

 una ricerca di altra terra ignota

 dentro i paesaggi è un’esplorazione e

 un riconoscimento un urlo contro

 la sete del catalogo anestesia

 di volti e di tratti mute labbra nella

 terra rocce ferite dai lineamenti antichi

 così la ribellione dove il metamorfismo

 prevale dove si insecca la ragione e l’erba

 è calpestata così si abbraccia un

 ruvido pensare di corteccia che

 scivola dalle foglie come rugiada

 l’albero

 ancora

 cammina

 tra le nubi

 il tronco conficcato nella terra…

 

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Un libro che ha segnato una fase importante del mio vagabondare poetico.

 

Un libro che raccoglie l'insieme delle poesie e delle riflessioni poetiche riferite al concetto di VIAGGIO, in senso ampio.

 

Un libro che parla di movimento e che cerca di essere in se stesso movimento.

 

Un libro immerso NEL MOVIMENTO inesusto di trasformazione che la vita comporta e pretende da ogni essere animato e inanimato che si trovi ad attraversare questa magnifica landa desolata chiamata realtà.

 

Un libro che è anche summa e sintesi di anni di letture e studi e appunti e ricerche su testi di poesia, narrativa e saggistica in relazione, più o meno diretta, con un argomento che mi brucia dentro da sempre.

 

Propongo qui sotto, per chi avesse tempo e voglia di approfondire, la splendida recensione al libro dell'indimenticata amica e poetessa siciliana Graziella Isgrò.

 

Roberto  Cogo

NEL  MOVIMENTO

Edizioni del Leone 2004 -  Venezia

Si legge a pagina 34 del libro: La nube/della mia trasformazione combatte/un’anonima battaglia. In effetti, nel movimento sferragliante del linguaggio si percepisce il gusto incalzante e ritmato del duello, di chi si protende in attacco per fare subito dopo marcia-indietro e ancora avanti secondo una logica composita e a doppio taglio, come la spola del telaio che tesse la trama o il procedere altalenante di un treno che nonostante i sussulti avanza. Inoltre, se confrontiamo Nel movimento ( la silloge è in dodici parti, ha 61 pagine e una presentazione di John F. Deane ) con il precedente libro di Roberto Cogo ( In estremo stupore ) avvertiamo subito la sensazione di una maggiore apertura di chi scrive, la consapevolezza del prodotto letterario visto come scambio/dialogo con la polarità ricettiva, malgrado l’ incongruenza ironica dell’ esordio:Lettore, tu non mi conosci. Non conoscerai che parole. E’ lampante e di per sé ovvio che la pubblicazione di una “composizione-campo” implica l’esigenza di farsi comprendere nel dinamismo di un’interazione, un’energia cinetica che va al di là del rapporto reciproco di sillabe e versi e coinvolge in una commutazione di forze chi produce il “verso proiettivo” e chi lo recepisce. Cogo sembra prendere coscienza di ciò attraverso la cura e la capillarità basilare che percorre la sua più recente produzione. Credo che il motivo di fondo che ne determina l’ampiezza di respiro sia da ricercarsi nell’ “attenzione” con la quale il poeta si accosta ai fenomeni che descrive, fino a cogliere il moto di un’ interna sospensione.

Un’ attenzione che penetra nelle fibre del microscopico – è nella mente nelle cellule nel nucleo/del mondo/nella memoria delle particelle/il movimento – dove pullula l’ eccezionale attivismo della realtà subatomica – fatti come è fatto l’ universo/vibriamo dinanzi a ogni vibrazione/di foglia.

 Nei risvolti semantici della raccolta il movimento si accompagna alle biforcazioni del – viaggio -, considerato nella duplicità di un’ andata e un ritorno in direzione del quale si convoglia la ricerca, un’ esplorazione interpretata come – riconoscimento -. Nella confluenza delle antitesi si esplica il pensiero dell’ autore che vede nel movimento persino lo svolgimento di una stasi che ne è parte integrante – fermo/in assoluto movimento. E’ la mancanza di compiutezza la caratteristica di questo procedimento che si dispiega in estenuante mutazione, nel flusso incessante del lasciarsi andare verso un termine ultimo/e mai definitivo, in cui l’ io si sente compresso…ma pronto a enormi dilatazioni. Nell’ intreccio/proiezione del paesaggio/passaggio il moto è ricurvo e prelude a ulteriori e più profonde schiusure. La mancanza di una visione lineare del movimento trova riscontro nell’ idea HOPI del viaggio come una doppia spirale/con un unico centro verso il quale procedere…arretrando  con un andamento ossimorico che, se da una parte annulla il principio dello sviluppo nello stesso tempo ne costruisce i presupposti. A questa si associa una concezione puntocentrico/itinerante del reale – Tutto è in sostanza un moto intorno/ad un centro/ma cambia di continuo il punto – dove l’ assenza pare la rappresentazione dell’ essere. Anche la duttilità temporale è connaturata allo spostamento spaziale – sempre dopo l’ evento nello spazio/è lì il moto del tempo mentre l’ equivalenza delle direzioni con elaborata simmetria transita. In fondo non si intravede una struttura fondamentale del mondo, non esiste solidità, materia, solo vicende, percorsi di traiettorie più o meno veloci la cui condensazione/rarefazione ci rassicura con la sua apparente stabilità vanificata dalle più recenti scoperte della meccanica quantistica. Così il comune denominatore della polivalenza esperibile si può rintracciare nella – trasformazione - , ( come si diceva nella premessa, -  l’ immagine che si svolge in estenuante/mutazione ) -  che rimane la nota costante dell’ apparente transitorietà delle cose e capovolge le prospettive scaturite dalla nostra analisi in quanto, ci dice ancora la voce poetante, è vero cambiamento ciò che rimane, cioè ci accompagna nella metamorfosi, nel KENOMA/in cui piangere ridere e vagare, come un “Motore Immobile” dentro il quale il mutamento è impercettibile e determinante. Il polline…scava…il suo ritorno, figura emblematica del futuro che rientra nel passato, obliterando così la dimensione spazio/temporale con la memoria…che preme…contro…il desiderio e slitta in una interconnessione che ci mantiene dentro il movimento/ma del tutto esterni. Affiora a questo punto il dilemma della nostra  - appartenenza o meno – alla frantumazione indistinta che ininterrottamente si ricompone, la mutevole /sostanza/non ci appartiene mai/completamente oppure l’ elemento secondo a cui sempre/apparteniamo. La problematica trova la sua genesi nella coscienza della – relatività – del punto di vista di chi osserva – la mente non contiene è contenuta – vivo/tra le venuzze bluastre di un occhio/immenso – con la conseguente perplessità circa l’assolutezza del movimento stesso.

 

  Graziella  Isgrò

 

albero del ritorno

  

 

il

polline

scava nella

zolla il suo

ritorno il rostro

s’attorciglia e

preme la memoria

contro il desiderio solo

un liquido fermento

fuoriesce dalle

nuove terre

l’esperienza brutale

della forma non è regola

vivere la gioia

non è legge il semplice

frutto nell’ambra

che non puoi più dire

sogni di un volteggio

premuroso

in aria

il fecondo

pronunciarsi

di nobili particelle d’ontano…

 


 

A diciasette anni di distanza dall'improvvisa prematura scomparsa di mio padre, un libro nato da risvegli notturni e furiose, rapidissime scritture in stato di semicoscienza. Taccuini pieni di allucinanti visioni e ricordi, sovrapposti e stratificati in parole e immagini a srotolare, dipanare e decostruire una mente iniettata d'angosce dolorose, come da snervanti colpi e crudeltà del destino. Altri dolori si palesano insieme al lavorio di riassestamento provocato dalla morte. Visi, corpi, antichi incubi infantili, scene minime di vita in famiglia punteggiate da isole sommerse di sofferenze in lenta riemersione dal buio abissale delle immagini profonde. Un padre silenzioso e stanco bloccato nella sua balbuzie (reale e interpersonale); regressioni improvvise in un'infanzia segnata dalla lunga mano morbosa di preti in abuso di autorità; il rifugio serico nell'eccesso sessuale, nella sua arma a doppio taglio a innescare attaccamento e dipendenza. E altro ancora, che vi invito a ricercare nella sintesi, della sintesi di un faticoso lavoro sui taccuini  e sulla scrittura rivolta a levare, snellire e alleggerire fino al limite estremo della dissoluzione.

 

 

prima che tutto succedesse

 

si andava vagando

nella diversa percezione delle cose

 

nel sonno dell’intelletto

ricerca il nome della cosa/

 

 la storia è inattesa

  

 

l’idea stessa della cosa rimane

sospesa nella materia

del pensare/ si pensa

e si soppesa quasi di netto

 

(un destino incorniciato)

 

 si ride per confondere

 il quotidiano,

 

per distinguere la lama

dal buio/ il luccichio

che disanima l’occhio

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Raccolte inedite

Unpublished collections

 

Qui il file della mia ultima raccolta inedita (2016), dal titolo:

Here is my last unpublished collection of poetry (just Italian)

 

SEDERE

QUI E ORA

fenomenologia dell'attacco di panico

 

 voglio parole  lucenti e dure come diamante frasi concrete di solida pietra voglio graniti e sedimenti a falde e strati dentro ci voglio la  sorpresa del fossile la durezza di un’anima senza  pietà, senza inganni voglio pane raffermo indurito per dolci antichi cotti dai poveri solo per i poveri poveri versi che  non vadano a capo casualmente le sillabe rotte  nei ritmi, i suoni in frantumi i sensi unici racchiusi in mille significati voglio noccioli di pesca, scheletri di gorilla lische di tonno,  fanoni di  megattera, un capodoglio voglio parole  come plancton e  microorganismi voglio versi in sintonia col presente gracchianti come la vecchia radio in cucina oggetti scovati tra cumuli di rifiuti buttati per strada come corpi morti scorze dure  di materiali concreti pronti a rifiorire voglio parole  come valvole a scaldare lentamente a ravvivare il timbro di carta dell’altoparlante voglio la discrepanza tra analogico e digitale tra vinile e file musicale parole  senza imbrogli perfettamente  funzionanti come amplificatori  logorati col  riverbero  a molla con tanti troppi rumori di fondo voglio parole  spietate e fredde come diamante

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Questa è una raccolta terminata solo di recente che riassume un periodo molto caldo della mia esistenza. Un omaggio a due esseri molto speciali che sono entrati a far parte di me, trasformandomi.

 

Here is a recently finished poetry collection which sums up one of the hottest seasons in my existence. A tribute to two very special beings who have become part of me, transforming me once again.

 

 POESIE DELL’INEFFABILE 

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New entry!

 

PICCOLA INVOCAZIONE è una raccolta di argomento vario nata e cresciuta in diversi taccuini tra il 2014 e il 2016. Le sezioni che la compongono sperimentano soluzioni stilistiche e formali eterogenee, cercando, al contempo, di trattenere un'unità organica di fondo.

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Potete lasciare le vostre impressioni o le vostre considerazioni critiche nel Blog del sito.

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Sarò lieto di rispondere personalmente!

I will be glad to reply to you all!

 


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Traduzioni

Translations

ENGLISH AND ITALIAN! 

Un saggio che ha segnato la storia della poesia contemporanea americana e internazionale. Projective Verse  venne pubblicato per la prima volta nel 1950 e parzialmente tradotto sulla rivista IL VERRI nel 1960 - qui viene proposto nella mia traduzione integrale, fedele all'originale anche nella sua particolare veste grafica. Si tratta dell'opera critica più sorprendente di un grande raffinato eclettico sperimentatore e catalizzatore dell'arte americana, CHARLES OLSON. Il saggio si accompagnano alcuni tra i suoi più esemplari testi poetici da me selezionati e tradotti.

 

Projective Verse is an essay which marked the history of contemporary American & international poetry.  It was published in 1950 and partially translated into Italian in 1960. Here I propose my unabridged version, faithful to the original text also in its particular graphic design. It is the most surprising critical work of a great refined eclectic experimenter and catalyst in American art, CHARLES OLSON. The essay is accompanied by a selection of his most relevant poems which I tried to translate into Italian.

ENGLISH AND ITALIAN!

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Raccolte edite (in antologie e riviste)

Published collections (within anthologies and reviews)

Per iniziare questa sezione di lavori pubblicati in riviste o antologie, una raccolta di qualche anno fa (dedicata e ispirata al poeta americano, scomparso nel 2005, Robert Creeley) dal titolo Confondi il vento, (in «La Clessidra», Edizioni Joker, Novi Ligure, n. 1, 2007).

 

 Di seguito, nello stesso file, le altre due sezioni che ne componevano la struttura originaria (non inserite nella rivista) e che, in qualche modo, ne variavano e ampliavano i temi e gli intenti di fondo.

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Un confine mobile fu, forse, una delle ultime mie raccolte che abbia preso parte ad un concorso di poesia (per Fara Editore nel 2014), vincendolo. Fu poi pubblicata nel volume Opere scelte a cura di Alessandro Ramberti. In realtà, al concorso partecipai inviando solo le prime due sezioni della raccolta, Un confine mobile e O nebbia o vento. Qui invece potrete leggere l'intera raccolta che si sviluppa ben oltre (sia per tematiche, che per ricerca formale e stilistica) rispetto alle due sezioni vincitrici del concorso.

 

 

in scintillante attesa

 

brillano le acque del lago sotto i colpi del vento

 

questa geopoesia ha punti fermi e salde promesse
si rivolge a uno zero carico di confronti

 

s’apre a contenuti con parole lacustri contemplando
falde di un viola prematuro —

 

pregano le acque il giorno vivo in scintillante attesa
gli uomini solo di passaggio

 

VERBI NUOVI

 

sotto l’azione del vento

una foglia oscilla

si stacca dal ramo e cade

 

si posa sul cumulo marrone

nasconde l’erba alla vista

muta il paesaggio——

 

ogni cosa in subbuglio—

 

il cielo cambia aspetto

all’improvviso

il sole declina i suoi raggi

 

come fanno i bambini

con i verbi nuovi——

 

il mondo sarà altro

dopo il canto del cuculo

nel boschetto

come continuare

 

una stagione un paesaggio un flusso
la retina impressa da un sole ora ricurvo
calato in sella tra le due montagne —

 

nel tenero sbirciare della luce a passeggio
due cani ti vengono a fiutare

 

la risposta al trillo di un telefonino
è lo schioccare timoroso tra i cespugli
dello scricciolo — un motivo per continuare

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Paolo Donini mi aveva  regalato, al tempo della prima stesura di Un confine mobile, una lettura critica molto bella e interessante dal titolo Stare insieme sul limite che qui vi propongo.

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Stare insieme sul limite.pdf
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